QUEL DESIDERIO DI UNA ROSSA SERA

Chi ha già donato
  1. Lucia Tarani

    €103,00
    In alto i cuori, dai vostri amici di Rimini, Alessio e Lucia
  2. Anonimo

    €1.500,00
    Contributo da parte della Banca BCC Don Rizzo
  3. Antonino Cannone

    €100,00
    Un contributo per la bellissima iniziativa
  4. Laura Ferrerio

    €100,00
    Cari amici, questo è il mio regalo di Natale per voi, con l'augurio che la vostra opera possa crescere sempre più!
  5. Paola

Visualizza tutti

Avevamo portato l’obiettivo di raccolta a 50.000 euro, perché il vostro generosissimo sostegno ci ha motivato ad accettare una nuova sfida. Sotto Natale, il vostro cuore ci aiuterà a raccogliere quanto ancora manca e nel nuovo anno potremo assumere altri due ragazzi fragili.

88.00% raccolto
88%
€44.000,15 donato rispetto all'obiettivo di €50.000,00
124 Donatori
La campagna è conclusa

Quanto sono importanti i desideri di chi vuole lavorare, nonostante la sua fragilità?

Chiediamo di condividere il desiderio di Rossa Sera, per rispondere a questo bisogno

Dobbiamo trovare molti più amici di quelli che 20 anni fa hanno rilanciato un’esperienza, ormai pluridecennale, facendo nascere

la storia di Rossa Sera

Perché, come ogni buon progetto, vogliamo che il desiderio stia in piedi

Servono i «picciuli».

Anche tante piccole monete, perché una piccola donazione vale quanto una grande donazione.

Cosa ci aiuterete a fare?

Assumeremo persone fragili tra quelle che già accogliamo e guadagneranno il loro giusto stipendio.

Se le donazioni saranno molte, abbiamo già in programma di continuare a far lavorare non solo Salvatore e Giovanni ma anche il maggior numero possibile di soggetti fragili. Stanno già seguendo un percorso terapeutico, ma il poter lavorare ha un’importanza fondamentale, per loro e per i loro familiari.

UNA NUOVA SFIDA

Grazie alle donazioni che arriveranno, Salvatore e Giovanni e poi altre persone fragili come loro, inizieranno a lavora la terra che calpesteranno nei campi di Rossa Sera e condivideranno l’esperienza descritta dalle parole “Andare ogni giorno al lavoro, curioso di scoprire come può il limite diventare orizzonte e scorgerlo d’improvviso!” pronunciate da Giuseppe Vella già presidente della Cooperativa.
Alcune parole di Delfina Bambina, l’attuale presidentessa, si possono così riassumere. I padri che hanno voluto e che sorreggono la Cooperativa non sono i padrini che affliggevano l’isola all’inizio del Novecento, ma i benefattori, quelli che in Sicilia all’illegalità opponevano e oppongono i valori della cultura del lavoro, della solidarietà, della trasparenza. «La nostra missione – spiega Delfina – è creare percorsi lavorativi nell’ambito dell’agricoltura sociale, che aprano le porte dell’inclusione».
I disabili gravi hanno maggiori difficoltà e sono coloro che è più difficile aiutare. Non permettiamo che siano i primi della lista a correre il rischio di essere “scartati”». “Obiettivo, dunque, è dar vita ad una struttura specifica in cui far divenire l’attività agricola l’attività occupazionale prevalente…

Alla luce della ventennale esperienza, è emersa l’esigenza di orientare in modo specifico la mission dell’Associazione verso un’attività riconosciuta ideale, per la specifica rilevanza terapeutica che ne scaturisce, ovvero l’attività agricola, il contatto con la terra e con i suoi prodotti.
Obiettivo, dunque, è dar vita ad una struttura specifica in cui far divenire l’attività occupazionale l’attività prevalente, un’attività che non abbia solo uno scopo riabilitativo, ma che favorisca percorsi di autonomia delle persone assistite e che abbia anche una retribuzione salariale, finalizzata all’inserimento lavorativo, ai sensi dell’art.1, lettera b)della legge n. 381/91.
In particolare, essa intende svolgere attività agricole nell’ambito di un percorso di agricoltura sociale, quali coltivazioni ortofrutticole e biologiche, in serra ed in campo aperto, attività florovivaistiche, allevamento e custodia di animali, compresa la commercializzazione, anche previa trasformazione, e confezionamento dei prodotti ottenuti.

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* Come contributo ai costi di gestione della piattaforma, Fondazione Italia per il Dono tratterrà il 2% della donazione
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